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Guida alla tassa cedolare secca per affitti brevi

L’obiettivo dell’imposta forfettaria è semplificare la gestione fiscale degli affitti a breve termine effettuati tramite le principali OTA o piattaforme di affitto turistico. Con “affitti a breve termine” ci riferiamo a quelli inferiori ai 30 giorni. Questa imposta è pensata per supportare i proprietari che affittano saltuariamente immobili per brevi periodi.
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Questa guida ha l’obiettivo di spiegare in modo dettagliato, semplice e conciso cos’è la cedolare secca e come gestirla correttamente.

Cos’è la “cedolare secca”?

La cedolare secca è un regime fiscale speciale italiano applicato ai redditi da locazione di immobili residenziali a breve termine. Si tratta di un’imposta sostitutiva che consente ai proprietari di pagare una aliquota fissa sul reddito da locazione, in sostituzione delle imposte tradizionali come l’IRPEF, le imposte locali e altri tributi correlati.

Entrata in vigore nel 2017, la cedolare secca è applicabile esclusivamente agli immobili locati a terzi, non ad uso proprio da parte del proprietario residente.

Cedolare secca per affitti brevi

Negli ultimi anni si è registrato un importante aumento dell’uso della cedolare secca per affitti brevi. Questo incremento è dovuto anche all’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (CIN) e a nuove norme che rafforzano la sicurezza degli affitti turistici brevi.

È importante sottolineare che la cedolare secca si applica solo a locazioni turistiche brevi. Strutture extra-alberghiere più complesse come B&B o case vacanza con servizi aggiuntivi sono escluse da questo regime.

Le principali caratteristiche della cedolare secca sono:

  • Aliquota fissa: Generalmente pari al 21%, ma può scendere al 10% per contratti a canone concordato. Dal 1° gennaio 2024, l’aliquota salirà al 26% per chi affitta da 2 a 4 immobili a breve termine.
  • A partire dal quinto immobile locato, sarà obbligatorio aprire una partita IVA, in quanto si presume attività d’impresa (art. 2082 Codice Civile).
  • Sostituzione delle imposte: scegliendo questo regime, il locatore rinuncia agli adeguamenti automatici del canone (es. inflazione), ma non paga IRPEF né altri tributi aggiuntivi.
  • Affitti brevi tramite piattaforme (Airbnb, Booking, ecc.): semplifica la gestione fiscale per chi affitta saltuariamente e per meno di 30 giorni consecutivi.

Questo sistema mira a rendere più trasparente e semplice la gestione fiscale dei redditi da locazione, offrendo ai proprietari un’alternativa più chiara e, in molti casi, più vantaggiosa rispetto al regime fiscale ordinario.

Se possiedi non più di 4 appartamenti e non ospiti clienti per periodi superiori a 30 giorni consecutivi, puoi optare per questo regime fiscale.

Nel caso in cui utilizzi piattaforme di affitto turistico online come Airbnb o Booking per affittare le tue proprietà a breve termine, è fondamentale restare aggiornato su questi cambiamenti.

Come si comporta Airbnb con la cedolare secca

Airbnb ha deciso di versare direttamente la cedolare secca per conto degli host che offrono affitti brevi sulla piattaforma.

Questa decisione ha risolto controversie con l’Agenzia delle Entrate, culminando nel pagamento di 576 milioni di euro per gli anni dal 2017 al 2021.

Gli host che desiderano pagare l’imposta autonomamente dovranno comunicarlo esplicitamente ad Airbnb. In caso contrario, la piattaforma applicherà automaticamente la ritenuta relativa alla cedolare secca.

Quando si paga la cedolare secca per affitti brevi

Il pagamento della cedolare secca segue un calendario fiscale specifico, che dipende dall’importo totale dovuto e se si effettuano acconti.

  • Se l’imposta supera i 257,52 €, il pagamento avviene in due rate:
    • 1° acconto (40%): entro il 30 giugno
    • 2° acconto (60%): entro il 30 novembre
  • Se l’importo è inferiore a 257,52 €, si può effettuare un pagamento unico entro il 30 novembre.
  • Eccezioni: I soggetti coperti dal sistema ISA (Indicatore Sintetico di Affidabilità fiscale) possono pagare in due rate uguali: 50% a giugno e 50% a novembre.

Come pagare la cedolare secca per affitti brevi

Modalità di pagamento: Il pagamento della “cedolare secca” deve essere effettuato utilizzando il modello F24, che consente di unificare tutti gli obblighi fiscali in un unico modulo, indipendentemente dal possesso o meno della partita IVA. Tuttavia, le modalità di pagamento variano a seconda della categoria di contribuente, ovvero se si dispone o meno della partita IVA. Vediamo nel dettaglio come effettuare il pagamento di questa imposta:

Modalità di pagamento della “cedolare secca”

I contribuenti che non possiedono una partita IVA possono pagare la “cedolare secca” utilizzando il modello F24 in diverse modalità:

In contanti o con altri mezzi di pagamento presso:

  • Tabaccai presenti sul territorio italiano che offrono servizi di pagamento tributi;
  • Uffici dell’Agenzia delle Entrate;
  • Uffici postali.

È inoltre possibile effettuare il pagamento tramite assegni bancari, assegni circolari, vaglia postali e strumenti elettronici di pagamento (come il circuito Pagobancomat), in base alle opzioni disponibili presso ciascun punto di pagamento.

Contribuenti con partita IVA

I contribuenti che sono titolari di partita IVA sono obbligati a effettuare il pagamento della “cedolare secca” in modalità telematica utilizzando sempre il modello F24. Possono farlo attraverso le seguenti opzioni:

  • Servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate, come Fisconline o Entratel;
  • Servizi di home banking offerti da banche o Poste Italiane;
  • Tramite intermediari abilitati al canale Entratel dell’Agenzia delle Entrate, come commercialisti o altri professionisti autorizzati che gestiscono i versamenti per conto del contribuente.

Codici tributo della “cedolare secca” per affitti brevi

Questa è forse la parte più semplice da comprendere: è fondamentale utilizzare il codice tributo corretto per evitare eventuali sanzioni da parte dell’amministrazione fiscale. Ecco i codici da tenere a mente:

  • 1840: “Cedolare secca” – Primo acconto;
  • 1841: “Cedolare secca” – Secondo acconto o acconto unico;
  • 1842: “Cedolare secca” – Saldo finale.

Non esistono altri codici tributo collegati alla “cedolare secca”.

Dove si paga la “cedolare secca”

Il pagamento della “cedolare secca” deve essere effettuato all’Agenzia delle Entrate, utilizzando il modello F24, che può essere presentato e versato attraverso diverse modalità:

  • Direttamente presso l’Agenzia delle Entrate: Se non si possiede partita IVA, è possibile recarsi fisicamente presso gli uffici dell’Agenzia per effettuare il pagamento;
  • Presso banche autorizzate o uffici postali: In base al proprio caso specifico, è possibile pagare anche tramite banca o posta, presentando il modello F24 compilato;
  • Online, per chi ha partita IVA: I contribuenti con partita IVA devono obbligatoriamente versare l’imposta in via telematica, utilizzando i servizi online dell’Agenzia delle Entrate (Entratel o Fisconline) oppure tramite home banking.

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